Restiamo Umani

da | 9 Mar 2021

Era la primavera del 2013 e in quegli anni a Milano si potevano davvero vedere installazioni incredibili durante il FUORISALONE.

Passeggiavo per Corso Vittorio Emanuele immersa nella folla quando della musica ad altissimo volume attirò la mia attenzione.

Mi aspettavo di vedere un DJ scatenato e invece trovai questo:

Quattro bracci robotizzati offrivano mojito alla folla radunata sotto il palco.

Una mano da terminator me ne offrì uno e io lo assaggiai aspettandomi un mojito perfetto con un  preciso dosaggio degli ingredienti.

Beh, quello era il PEGGIOR MOJITO che avessi mai bevuto in vita mia.

Sorrisi tra me e me immaginando i baristi di tutto il mondo esultare vincitori su rottami robotici agonizzanti, (una scena ricorrente nelle anime giapponesi della mia infanzia)

Poi SETTE anni dopo è arrivato il 2020 con le SETTE piaghe d’Egitto condensate in una e all’improvviso i mainstream media sono diventati quasi monotematici: oltre al bollettino COVID quotidiano, con annessi e connessi, è magicamente comparsa anche la parola DIGITALIZZAZIONE.

Tutti i TG, i TALK SHOW e i governi di tutto il mondo (con poche eccezioni) hanno cominciato a parlare di telemedicina, didattica a distanza e smart working, grazie alla digitalizzazione ognuno poteva starsene chiuso nella sua casa senza congestionare il traffico e distruggere l’ambiente e se proprio ci si deve spostare ci sono già treni e auto elettriche che si guidano da sole.

Tutti fanno finta di dimenticarsi che durante questa ennesima rivoluzione industriale molti non avranno più né  un lavoro, né una professione.

E non sono solo le cosiddette competenze manuali quelle che potranno essere più facilmente sostituite e rimpiazzate dalle nuove tecnologie, anche gli intellettuali dovrebbero cominciare a preoccuparsi.
Ad esempio, la formazione a distanza con video lezioni registrate nella mia azienda è già una realtà da anni e con la DAD immagino che anche il corpo docente di scuole e università verrà drammaticamente ridimensionato.

Inoltre,  hai mai sentito parlare di algoritmi in grado di scrivere articoli di giornale? Anche giornalisti ed editoria (che by the way, con il loro attivo contributo stanno direzionando e ipnotizzando le masse per favorire la transizione) non dovrebbero dormire sonni tranquilli.

Ci sono pochi settori in cui la creatività dell’essere umano non potrà mai essere sostituita e uno di questi è sicuramente l’artigianato.
Come potrebbe un robot sostituire il genio e la creatività che nei secoli sono state tramandate dai maestri artigiani ai loro apprendisti? Purtroppo nel mondo iper veloce, super connesso e globalizzato, anche questo settore sta scomparendo.

Gli oggetti artigianali sono unici e spesso non sono a buon mercato, ma hanno sicuramente un valore maggiore rispetto a quelli prodotti in serie.
Senza allontanarmi troppo dal mio settore: chi può permettersi oggi gioielli in oro e pietre preziose lavorati interamente a mano?

Ecco quindi il proliferare di aziende che propongono gioielli prodotti in serie  a prezzi non sempre convenienti.

Eppure nonostante il futuro che ci vorrebero imporre, io resto una inguaribile ottimista che continua a credere nel potere dell’arte e della bellezza creata dal “saper fare con le mani”. Un gioiello artigianale può essere prezioso anche se fatto di carta: sarà sempre un pezzo unico.

Per questo nel post di oggi ti lancio un appello: se puoi compra dagli artigiani, meglio ancora se sono artigiani della tua zona.
Non acquisterai semplicemente un oggetto ma acquisterai un vero e proprio “oggetto artistico”.

E se non conosci personalmente nessun artigiano a “chilometro zero” ti suggerisco il portale Etsy, il marketplace degli artigiani di tutto il mondo dove puoi acquistare in sicurezza gioielli o qualsiasi altro oggetto creato a mano e con tanta passione.

E ADDIO, TERMINATOR!

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