Lezioni da una virgola

Una volta, il mio già anziano professore di Italiano delle medie, ci fece un panegirico interminabile sull’importanza della punteggiatura.
“Perché dovete sapere che il Manzoni per una virgola che aveva dimenticato nei suoi “Promessi Sposi” uscì di casa sotto la pioggia battente, affrontando freddo e fango, per andare dallo stampatore e correggere quella dimenticanza”.
Il suo intento era quello di impressionarci e di farci rendere conto di quanto anche solo una singola virgola potesse assumere una importanza fondamentale e assoluta per un autore mosso da pura passione per il suo romanzo.
Io allora non avevo assolutamente colto il messaggio. In parte perché non ho mai nutrito molta simpatia per il Manzoni (principalmente per il fatto che mi veniva imposto violentemente dai programmi ministeriali e io sono sempre stata una ribelle), in parte perché ero troppo giovane per capire il significato delle “passioni che muovono gli uomini e fanno girare il mondo”.
Avevo semplicemente sbuffato con impazienza catalogando il mio professore e soprattutto il Manzoni dei “fissati” su cose senza importanza (come le virgole).
Sarà la saggezza dell’età, ma dopo mooolti anni (no, non ti dirò quanti :-P) ho finalmente capito cosa voleva insegnarci il mio anziano professore.
Sicuramente Alessandro Manzoni non avrà fatto salti di gioia uscendo sotto la pioggia torrenziale per andare dallo stampatore e “sistemare” quella virgola, ma sapeva che era una cosa che andava fatta.
Così come in ogni lavoro ci sono cose che non ci piacciono assolutamente, che ci costano sacrificio e fatica, ma che vanno fatte ugualmente, con lo stesso spirito con cui lo scrittore si sacrificò per quella sua virgola dimenticata.
Io per esempio non amo fare le fotografie ai miei gioielli, penso di non essere brava, ogni volta che cerco di “sistemare” artisticamente un set mi cade sempre tutt: ammennicoli vari per creare l’atmosfera e l’ambientazione.. anelli, pietre e collane.
Insomma, disastri, frustrazione e sconforto, per non parlare della mia guerra con il BIANCO dello sfondo. (Vince sempre lui e diventa grigio.)
Però ogni volta ci provo, il risultato non è mai come voglio io, ma so che se continuerò a provarci e a leggere manuali di fotografia alla ricerca dei suggerimenti e dei trucchi giusti, sicuramente le mie foto miglioreranno.
Non amo neanche frequentare e usare i social, ma se non cerco di usarli al meglio, con delle belle foto e tanti piccoli dettagli che raccontano di me e del mio lavoro al banco orafo, come faccio a farti innamorare dei miei gioielli?
E tu?
Ci sono cose che non ti piace fare e che invece DEVI fare per forza?
E con che spirito le fai?
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