La O di Giotto

da | 4 Mar 2019

Alzi la mano chi da bambino, dopo aver ascoltato il racconto di come Giotto a mano libera tracciò la sua “O perfetta”, non abbia afferrato la matita per provare a disegnare  il cerchio perfetto, pensando che fosse assolutamente facile.

Per poi ritrovarsi ad ammirare subito dopo un cerchio che il più delle volte aveva la forma di un uovo di pasqua sbilenco o, se era andata bene, di un’ellisse degna di questo nome.

Così, anche a causa dei miei problemi nel cercare di di disegnare gioielli durante il corso di Progettazione del gioiello mi sono ritrovata a chiedermi: Perché quando vogliamo disegnare, vogliamo essere precisi e disegnare qualcosa che rispecchi il più possibile la realtà?

Non è certo per una questione di comprensione del significato: un cerchio è un cerchio anche se è completamente storto.

Capiamo perfettamente che un’asticella verticale con due stanghette oblique  a mo’ di gambe e braccia e un palloncino in cima rappresenta un uomo, ma di certo questo segno non suscita lo stupore e l’incredulità che proviamo di  fronte alla perfezione dei dipinti di Caravaggio.

La precisione nel disegno È indubbiamente l’espressione di un grandissimo talento.

Disegnare non è facile.

E resto sempre affascinata da chi traccia linee che definiscono i confini della superficie dell’oggetto da rappresentare, lo riempie con il colore, le sue sfumature, definisce le le zone più chiare e quelle più scure che insieme animano l’oggetto disegnato, gli conferiscono spessore e densità.
Lo rendono vivo.

Alcuni fortunati possiedono questo “dono” per natura, riescono cioè intuitivamente a capire quelle regole geometriche sottostanti all’abilità di combinare superfici e piani in una struttura grafica rappresentativa della realtà.

C’è qualcosa di speciale, qualcosa di importante e anche potente che accade quando le tue dita impugnano una matita e tracciano un disegno sulla carta.

Partendo dal presupposto che tutto ciò che può essere immaginato può essere trasferito sulla carta ho pensato che avrei potuto esprimere la mia creatività anche attraverso il disegno e non solo direttamente, attraverso la scultura.
Il vantaggio è ovviamente quello di non dover essere obbligatoriamente legata al luogo fisico del mio laboratorio.
Basta avere con sé un pezzo di carta e una matita.

 E ingenuamente pensavo davvero di non essere una assoluta principiante, visto che anni fa (eoni fa!) mi divertivo a fare trompe l’oeil e avevo anche preso un po’ di lezioni di disegno e – davvero – non ero affatto male!

E mentre facevo queste considerazioni mi sono ricordata improvvisamente dello sconforto che ho vissuto quando ho preso per la prima volta in mano un cannello per saldare e la saldatura non veniva, un seghetto da oreficeria e rompevo la lama non appena la appoggiavo al metallo, ogni volta che con una lima e un bisturi cercavo di tirare fuori dal blocchetto di cera quell’anello che esisteva nella mia testa e riuscivo invece a tirare fuori solo tondini asimmetrici…

Oppure anche la prima volta che ho preso in mano il mio basso e non riuscivo a posizionare bene la mano, le dita non si coordinavano e andare a tempo perfettamente era impossibile.. o coordinare due braccia e due gambe che devono fare ognuna una cosa diversa per suonare la batteria..

Ti racconto anche di quanto tempo ci ho messo per imparare ad andare in bicicletta senza rotelle?
Mio papà che mi ha rincorso per chilometri  se lo ricorda  ancora adesso con disperazione e sono passati millenni!!!

Insomma, tutto ciò per dirti che no, non sono ancora capace di disegnare i gioielli che immagino.
E sì, è una faccenda molto complicata, anche se Paloma Picasso e la mia insegnante di design del gioiello la fanno sembrare molto facile.
E così appena ho un minuto libero prendo foglie o matita e mi esercito a disegnare cerchi e parallelepipedi e poi anche gemme rotonde, ovali, a goccia, cabochon e perle.. con risultati abbastanza discutibili.

Ma più ci rimugino sopra, più la cosa mi interessa e più cerco risorse sul web, video tutorial, siti dedicati, più mi infilo nelle fornitissime librerie del centro di milano e sfoglio testi specializzati nel Design del Gioiello, più ho l’impressione che la nebbia piano piano si diradi…

I miei cerchi non sono come quelli di Giotto, ma sono meglio delle uova di Pasqua malconce dell’inizio, il tratto è migliore e sono sicura che se continuo ad esercitarmi, prima o poi riuscirò a diventare più brava e a disegnare (e non solo a creare) la mia collezione.

E tu?
Cosa fai quando devi impegnarti ad imparare qualcosa di nuovo e complicato?

Ti scoraggi subito o ti ci butti anima e corpo?

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