Jackie Kennedy, tra stile e mito

Jackie Kennedy è ricordata per essere stata una delle First Lady d’America più giovani, moglie di un Presidente leggendario come John F. Kennedy, ma soprattutto è ammirata e citata ancora oggi come esempio di classe e stile per la sua straordinaria eleganza.
Un’ eleganza innata che fece di lei un’icona fashion, regina del Bon Ton.
Della sua vita si sa quasi tutto e la sua raffinatezza e buon gusto sono ancora oggi fonte di inesauribile ispirazione per gli stilisti e le donne di tutto il mondo.
Jacqueline Kennedy, nata Bouvier da una famiglia di origini franco-olandesi appartenente all’alta società americana, coltivò sin dall’adolescenza la passione per l’arte, la poesia, la fotografia e l’equitazione.
La sua famiglia le impartì un’educazione rigida ed impeccabile, facendole frequentare le migliori scuole come la Vassar University di New York, dove si diplomò in Belle Arti, la Sorbona di Parigi ed infine la George Washington University.
Rientrata negli States dopo la parentesi europea, partecipò ad un concorso di scrittura che le fece ottenere il suo primo lavoro come giornalista, presso la rivista “Vogue” e in seguito fu assunta al “Washington Times Herald” come “inquiring photographer”.
Grazie a questo incarico divenne un viso conosciuto negli ambienti politici di Washington dove, ad una cena, incontrò il futuro marito: l’allora giovane congressista del Massachussetts John F. Kennedy.

Fu un incontro che le cambiò la vita: tra i due scattò il classico colpo di fulmine, si frequentarono per due anni e si sposarono nel 1953 .
Sette anni dopo Jackie era in attesa del loro primo figlio, mentre John era impegnato nella corsa alle presidenziali come esponente del Partito Democratico.
Nonostante la gravidanza, Jackie decise di seguire il marito per tutta la nazione, fino alla conclusione della campagna elettorale che vide l’elezione di John F. Kennedy come 35° Presidente degli Stati Uniti d’America.
Jackie sapeva che il ruolo di una First Lady era determinante, così come era consapevole del potere dei media dal punto di vista dell’influenza politica e sociale. Si impegnò così nella costruzione di una immagine completamente nuova che sfoggiò sin dal primo momento in cui mise piede alla Casa Bianca.
La neo First Lady aveva una visione moderna della moda, maturata anche grazie al suo soggiorno parigino dove ebbe l’occasione di raffinare e perfezionare il suo già notevole gusto per l’eleganza.
Tuttavia, il suo stile agli esordi fu assai criticato: nonostante si stesse già trasformando in un’icona di inarrivabile eleganza i cui look erano riproposti e copiati nei grandi magazzini di tutto il mondo, durante la campagna presidenziale i suoi outfit vennero ritenuti troppo filo-francesi.
Jackie amava stilisti come Givenchy e Dior, ma sapeva che la sua predilezione per la moda europea poteva essere giudicata come un atteggiamento poco patriottico. Trovò così il giusto compromesso scegliendo lo stilista francese, naturalizzato statunitense, Oleg Cassini.
A lui Jackie affidò il compito di creare il guardaroba ufficiale per gli abiti della First Lady d’America.
Lo stilista non la deluse: disegnò più di 300 abiti consoni al ruolo, scegliendo colori come il lime, il giallo la zucca e l’albicocca, nuances che si adattavano perfettamente alla personalità vivace e indipendente di Jackie.
Nei suoi anni alla Casa Bianca Jackie indossò abiti semplici, spesso monocolore, dai colori forti e decisi o in tinta pastello, quasi sempre corredati da un cappellino “pillbox” coordinato che divenne il suo “marchio di fabbrica”.
Era nato il famoso Jackie Style, che la consacrerà assoluta icona di stile.
Ma la signora Kennedy non si limitava ad indossare passivamente i capi creati per lei dai migliori stilisti, disegnava lei stessa i suoi modelli.
I suoi bozzetti sono infatti stati scoperti di recente: schizzi a matita e appunti che lei mostrava a stilisti del calibro di Givenchy, Chanel, Hermès, Gucci e Valentino, chiedendo loro di trasformare le sue note in abiti da sogno.
Carismatica, raffinata ed elegante, non passava mai inosservata, durante le occasioni di rappresentanza presidenziale Jackie era costantemente al centro dell’attenzione, rubando spesso la scena al marito.
Resta negli annali l’ammissione del Presidente, durante una conferenza, dove ammise pubblicamente il ruolo di rilievo della moglie definendosi come “.. il signore che ha accompagnato Jacqueline Kennedy a Parigi”.

Savoir faire, aplomb, ricercatezza nei dettagli e semplicità, erano questi gli elementi che permisero a Jackie di influenzare il mondo con il suo leggendario stile.
Per la First Lady era importante riuscire ad apparire sempre perfetta in ogni situazione e in ogni occasione.
Del suo stile rimangono celebri gli abiti simmetrici dal collo stondato, i cappottini con i grandi bottoni foderati e i suoi cappellini dal gusto un po’ retrò.
I tailleur boxy erano la sua scelta per gli impegni diurni, completi composti da un abito avvitato oppure una gonna abbinati ad una giacchina corta e squadrata, un modello che ricorda molto i completi Chanel…
L’alternativa meno formale al tailleur era il vestito a trapezio senza maniche, altro caposaldo del suo guardaroba, molto di moda negli anni ’60, spesso li indossava in tinta unita ravvivandoli con accessori neutri.
Oltre al vestito a trapezio anche il suo “A Line Dress” diventò un capo iconico e imitatissimo.
Per le occasioni mondane e i ricevimenti serali Jackie preferiva l’abito strapless che ogni tanto alternava a modelli sbracciati.
In queste occasioni non mancava mai di indossare dei guanti a “lunghezza opera” (sopra il gomito) sempre e rigorosamente bianchi, a prescindere dal colore dell’abito.
Nel tempo libero non seppe mai rinunciare ai pantaloni Capri, preferiti per le vacanze che trascorse sia come Signora Kennedy che come Signora Onassis nell’omonima isola.
Spesso veniva paparazzata con pantaloni a sigaretta alla caviglia indossati con sandali o addirittura a piedi nudi.
A proposito di accessori: Jackie aveva anche una vera e propria passione per borse, foulard da indossare nelle giornate di vento o in barca, guanti e soprattutto grandi occhiali da sole neri, che utilizzava anche per sfuggire ai paparazzi quando successivamente divenne la “Signora Onassis”.
Infatti, gli occhiali da sole oversize diventarono un accessorio di culto per Jackie, ma solo dopo la fine del suo periodo alla Casa Bianca, dal momento che l’etichetta imponeva a una figura pubblica e di spicco di non nascondere mai lo sguardo al pubblico.
Jackie adorava i gioielli: indossava spesso collane e girocolli di perle, anche a più fili e con chiusure preziose.
Gli orecchini erano sempre a lobo, grandi e brillanti, alle occasioni speciali riservava invece lunghi e preziosi orecchini pendenti.
Utilizzava spille per sottolineare una scollatura e per caratterizzare e enfatizzare vestiti in tinta unita.
Dopo l’assassinio del marito, Jackie convolò a seconde nozze con l’armatore greco Aristotele Onassis e si lasciò alle spalle le tinte pastello per buttarsi nella moda degli anni ’70, sfoggiando tailleur pantaloni in colori gioiello, giallo sole o denim.
Ma non rinunciò mai al color block e neanche ai famosi maxi occhiali da sole, così come rimase fedele per tutta la vita alla sua acconciatura.
L’iconico carré fu creato dall’hair-stylist Kenneth Battelle che fu al suo servizio dal 1954 al 1986. La sua pettinatura si adattò negli anni alle mode del periodo (più gonfia e cotonata durante gli anni ’60 e con una maggiore lunghezza negli anni ’70) ma rimase sempre e comunque uno dei punti fermi.
Insomma: Jacky Kennedy di stile se ne intendeva, ma non era semplicemente raffinata e con un ottimo gusto per la moda.
Con la sua intelligenza seppe dare un contributo fondamentale all’immagine politica del marito: la sua eleganza, la conoscenza della storia e di ben quattro lingue, furono cruciali nel creare il mito politico dei Kennedy.
Jackie riuscì ad affascinare anche i più cinici e insensibili capi di Stato, come Charles De Gaulle e Nikita Kruscev.
Insomma, il detto : “Dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna” è, nel caso dei Kennedy, più che mai vero!
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