Il mio viaggio

da | 13 Lug 2020

Estate, tempo di viaggi.
Chi non sogna di essere in viaggio, nonostante l’emergenza sanitaria (che tra l’altro sembra essere in via di risoluzione, con buona pace di certi politici)

Io sogno il mare ma, in questi giorni, mi sono soffermata a ripensare un altro tipo di viaggio: quello della mia vita.

Un viaggio un po’ turbolento, se considero le innumerevoli volte che mi sono reinventata, non solo dal punto di vista personale (non è un caso infatti che io mi sia iscritta alla facoltà di Filosofia solo dopo i trenta) ma anche dal punto di vista professionale.

Non ho mai avuto paura di ricominciare tutto da capo, cambiare aziend e professione, calarmi ogni volta nei panni della neofita e principiante assoluta, perché per me la cosa più importante è imparare sempre cose nuove e esprimere le mie capacità senza accomodarmi nella cosiddetta “zona di comfort”, sicuramente comoda e sicura, ma anche tanto noiosa.

Questa mia attitudine si è ulteriormente rafforzata grazie anche  alla >Filosofia, (che, da brava SLASHER,  studiavo di notte perché di giorno dovevo lavorare), e soprattutto grazie ad Aristotele.
Ho capito infatti che ognuno di noi ha  la possibilità di scegliere cosa diventare e questa è una scelta che possiamo fare in ogni minuto della nostra vita, basta volerlo e lavorare duro.

Nel mio variegato percorso di metamorfosi professionale ho avuto la possibilità di imparare tantissimo, nel campo del recupero crediti prima e poi – dopo essere entrata in banca – nella finanza e nel campo dei finanziamenti a lungo termine.

Nel 2013 però ero inquieta e insoddisfatta: i confini nazionali non mi bastavano più, e dopo essermi laureata,  mi sono trasferita i Lussemburgo, attratta dall’atmosfera internazionale che pensavo avrei trovato su, al Nord.
Lì ho cominciato, per caso,  a collaborare con la redazione di un magazine dedicato agli immigrati italiani: ho imparato a scrivere per i giornali (ho sempre desiderato essere una giornalista) e ho imparato il francese.

Rientrata in Italia sono tornata in banca e dopo poco tempo, forte dell’esperienza editoriale all’estero, ho lasciato il mondo delle agenzie e ho cominciato ad occuparmi di Comunicazione Corporate.
Sono rimasta in Comunicazione tre anni e sono stati tre anni intensi ed entusiasmanti.
Ho imparato i segreti della comunicazione aziendale, del giornalismo e della produzione video e poi…

Poi mi sono lasciata tentare da una nuova opportunità lavorativa e sono entrata nell’ufficio HR per seguire le banche estere.
La mia zona di comfort si è nuovamente azzerata  e ho dovuto ricominciare daccapo per imparare e comprendere il mondo della gestione personale. Più mi ci addentravo e più capivo che non faceva per me. Mi mancava il mondo della comunicazione e così, dopo un anno esatto sono passata all’ufficio comunicazione esterna internazionale.

Ma anche qui le cose non sono affatto facili, la mia professionalitù e le mie conoscenze non vengono assolutamente prese in considerazione.

Trascorro le mie giornate a creare power point che prendono in cosiderazione sempre gli stessi dati rimasticati da ripresentare in nuove tabelle dal colore diverso.

Forte del valore delle mie conoscenze, so che questa è solo una fase, un momento negativo della mia vita che prima o poi terminerà.
Devo solo avere pazienza e continuare a studiare gli argomenti che mi permetteranno di essere presa in considerazione per un’altra posizone, quando si presenterà l’occasione.

Nel frattempo, fortunatamente, ho anche la mia arte.

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