Cos’è un Brand?

Quando mi chiedono quale sia in assoluto il mio sogno più grande, rispondo sempre che voglio trasformare 32 Dicembre, la mia grande passione per i gioielli e l’arte orafa, in un BRAND.
Così, ho cominciato a chiedermi cosa fosse esattamente un BRAND.
Cosa fa di un computer un semplice computer e di un MacBook un MACBOOK?
Credo si possa riassumere tutto così:
“The art of marketing is the art of brand building.
If you are not a brand, you are a commodity.
Then price is everything and the low-cost producer is the only winner.”
Cit. Philip Kotler
L’arte del marketing è l’arte di creare un Brand.
Se non sei un Brand sei solo un prodotto.
E allora il prezzo è tutto e l’unica strategia vincente è quella di mantenere il prezzo il più basso possibile.
Armani, Valentino, Bulgari, Damiani , De Beers, Tiffany…
Le persone adorano i brand.
Un brand è sinonimo di qualità, in un mondo che offre ormai pressoché infinite scelte, un brand semplifica perché restringe le possibilità a ciò che veramente è di valore.
Un brand è un sogno: possedere un gioiello Damiani o una Louis Vuitton, per molte donne, è il sogno di una vita, così come molti uomini sognano di scorrazzare per le strade alla guida di una Ferrari rossa fiammante o di una Porsche,
Un Brand è anche sinonimo di identità.
Come le persone un brand ha un nome, una personalità, un carattere e una reputazione.
Un brand però non resta sempre identico a sé stesso, ma proprio come gli esseri umani, matura nel tempo, anche se il suo carattere e i suoi valori non cambiano perché ne costituiscono il suo cuore pulsante.
Ed è proprio per questo che ognuno ha un suo brand del cuore, ognuno di noi preferisce un brand piuttosto che un altro, esattamente come si preferisce la compagnia un certo tipo di persone piuttosto che altre.
Sin da quando ero alle elementari io ho sempre detestato l’omologazione.
Se i miei compagni di classe impazzivano per la stessa identica penna o lo stesso identico diario, io ne volevo uno diverso.
Se tutti giocavano a palla avvelenata, io preferivo nascondino.
Se la fila per due doveva essere dritta e perfetta io mi spostavo un po’, quel tanto che bastava per garantire una sana asimmetria.
E ancora oggi se tutti si adeguano all’unico pensiero imperante (anche se poi magari sotto sotto ne ammettono le incongruenze), IO DICO : NO.
In un mondo predisposto all’uniformità e all’omologazione l’idea di riuscire a creare qualcosa di completamente e differente e “disruptive” mi da’ un’assoluta e completa soddisfazione.
Così ho capito che questa forte personalità e unicità è proprio ciò che maggiormente caratterizza i brand più famosi e di successo, quelli che muovono il mercato, creano tendenze e anche CULTURA.
Un Brand crea significati che vanno oltre il prodotto che rappresentano.
È l’intangibile e viscerale impatto della nostra esperienza personale legata proprio a quel determinato oggetto, a cui si aggiunge la cultura dello status symbol, ma anche ricordi personali e sensazioni legate a quell’oggetto particolare – una Birkin, un anello De Beers o un braccialetto Tiffany – che magari ci hanno regalato il giorno della nostra laurea o che ci siamo regalate anche da sole, per premiarci per aver raggiunto un traguardo molto importante.
Ma soprattutto

Ed è proprio questa l’essenza di quello che sto cercando di creare – 32 DICEMBRE – perennemente alla ricerca di nuove e sorprendenti forme da imprimere nel gioiello, nuovi colori e texture e lavorazioni del metallo prezioso che mi portano lontano dall’arte della gioielleria classica.
Perché l’argento, il bronzo o anche l’oro devono essere necessariamente lucidi e lisci?
Perchè un anello non può avere forme tortuose e sinuose, costruzioni improbabili e azzardate?

E TU, cosa ne pensi?
Perché scegli proprio quella borsa, quel particolare profumo o quell’anello da cui non ti separi mai?
Cosa rappresentano per te?
Prova a pensarci.. 🙂
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