100 sfumature d’oro

Se ti dicessi che l’oro ha mille colori, ci crederesti?
Tutti bene o male sanno che oltre al classico oro giallo, anche l’oro bianco e l’oro rosa sono molto utilizzati in gioielleria.
Pochi però conoscono l’oro verde ma sono sicura che non sai che l’oro può anche essere BLU, o addirittura VIOLA..
Tra i metalli più preziosi, utilizzato sin dall’antichità per monili e gioielli, l’oro, nel corso dei tempi, ha subito molte trasformazioni.
In natura l’oro si presenta come un metallo tenero, duttile e malleabile e ha un colore giallo intenso, è puro quanto contiene mille parti su mille di metallo prezioso.
Proprio a causa della sua estrema duttilità e malleabilità, l’oro non può essere utilizzato nel suo stato puro per creare i gioielli, perché questi si deformerebbero molto facilmente.
Infatti, per poter essere utilizzato in gioielleria è necessario fondere l’oro puro in una lega con altri metalli.
La lega ottenuta presenta così proprietà diverse e migliori rispetto a quelle dei singoli metalli, in questo modo si garantisce più solidità e sostegno alla struttura e al design del gioiello.

il “titolo”, quel numerino incorniciato da un ovale, punzonato sul gioiello, attesta il grado di purezza dell’oro.
In genere l’oro che troviamo in vendita nelle gioiellerie ha una purezza di 750 millesimi, la rimanente parte è costituita da percentuali variabili di argento, rame, nichel, palladio o altri metalli.
Ma a seconda del metallo utilizzato la lega d’oro può anche cambiare colore
Per i gioielli in oro giallo, la lega più comunemente e largamente utilizzata è quella composta da oro e argento.
A seconda della percentuale di argento utilizzata, l’oro unito all’argento resta sempre giallo ma di un colore un po’ più pallido rispetto a quello che si ritrova in natura.
I gioiellieri e i maestri orafi, però, nel corso dei secoli, hanno voluto sperimentare molteplici combinazioni.

La lega sicuramente più conosciuta è quella dell’oro bianco, composta dal metallo puro legato all’argento o al palladio.
Appena fusa, questa lega non ha però quel colore siderale che sei abituata a vedere nei gioielli in oro bianco..
Infatti, subito dopo la fusione, l’oro continua a presentare comunque una sfumatura e un richiamo al giallo, suo colore naturale.
Per ottenere il classico colore bianco è necessario un processo di rodiatura, un bagno galvanico che conferisce alla lega così ottenuta la sfumatura e il colore bianco argenteo.

Per ottenere invece l’oro rosso o rosa, il metallo puro viene legato al rame.
L’oro rosso era molto di moda in Russia nell’800 ed è tornato prepotentemente in auge negli anni scorsi.
Se alla lega di oro e rame si aggiunge anche l’argento, allora si ottiene l’oro rosa, una sfumatura più pallida e delicata rispetto al colore dell’oro rosso.

L’oro verde invece era già noto nell’antichità ed è composto da una lega di oro, argento e rame.
L’oro può anche essere grigio quando al metallo puro si aggiunge palladio (oppure argento) oltre al manganese e al rame.
Per ottenere l’oro viola si unisce l’oro ad un particolare tipo di alluminio., ma la lega così ottenuta viene difficilmente usata in gioielleria, perché molto fragile.
L’oro viola viene infatti impiegato solo per gioielli di piccole dimensioni.

Questo colore così affascinante e particolare viene ottenuto unendo al’oro il gallio, un metallo dal colore blu/grigio oppure dell’indio, un metallo dal colore bianco argenteo.
Benché l’idea dell’oro blu mi abbia da sempre affascinato, non credo potrei mai indossare un gioiello in oro blu perché sia il gallio sia l’indio possono provocare allergie..
C’è però un altro colore dell’oro che, oltre al blu, mi farebbe letteralmente impazzire: il nero.
Purtroppo l’oro nero dovrà restare confinato nel mondo della fantasia perché non è ancora stata scoperta la lega che conferirebbe all’oro questo particolare colore.
Esistono gioielli in “oro nero”, ma questo colore viene ottenuto attraverso un processo galvanico di rodiatura, si tratta di una sorta di placcatura che attraverso un particolare procedimento viene impressa sulla superficie del gioiello.
Anch’io ho voluto provare a creare una linea di gioielli scuri in argento.
Non ho scelto un processo galvanico per rendere nero l’argento, ma ho preferito un processo di ossidazione ottenuto attraverso fumo di zolfo e, lo ammetto, il risultato mi ha davvero entusiasmato.
Sei curiosa e vuoi saperne di più ?
Scopri QUI la mia collezione di gioielli dark.
0 commenti